Inserito tra i “100 Borghi più belli d’Italia” è anche la più fotografata delle Cinque Terre e non potrebbe essere diversamente proprio per il fascino che emana arroccata com’è, su uno sperone di roccia nelle quali le case dai colori vivaci sembrano nascere dalla scogliera.
Il borgo ha origini antichissime, anche se tracciarne un profilo storico è quanto mai difficile, così come tracciarne l’origine del toponimo che alcune fonti lo fanno derivare dal latino “Manium arula”, che significa “piccolo tempio dedicato ai Mani”. Quello che è certo è che il borgo nasce dallo
spostamento di popolazioni sia dalla Val di Vara che dall’insediamento romano di Volastra, per scendere verso il mare per sfruttarne le risorse. Anche se per molti secoli a seguire fu la viticultura il traino economico del borgo, oltre al celebre bianco, citato dal Boccaccio e da D’Annunzio, con la produzione del più rinomato Sciacchetrà.
Il borgo è costituito dalle colorate case torri genovesi che si susseguono sulla via principale, Via Discovolo, ricavata dalla copertura del canale del torrente Volastra, per proseguire poi sullo sperone di roccia ove era posto un tempo il castello. Baluardo difensivo contro le incursioni dei pirati sareceni e intorno al quale era sorto il nucleo centrale e storico di Manarola. Nei secoli il castello è stato trasformato in abitazione privata, tuttavia la sua struttura arrotondata in pietra è ancora ben visibile.
A monte dell’abitato si incontra la piazza principale di Manarola e fino alla recente copertura della ferrovia (2004) unica piazza del borgo, attorno alla quale sorgono l’Oratorio dei Disciplinati, la Torre campanaria e la chiesa parrocchiale di San Lorenzo, quest’ultima realizzata in stile gotico e risalente al 1338, come riporta un iscrizione marmorea sulla facciata in arenaria locale, caratterizzata da un pregevole rosone.
Il porticciolo della Marina si apre in una piccola insenatura, protetta dalla furia del mare da due enormi scogli e da una piccola massicciata artificiale.
Una breve passeggiata di circa 250 metri porta dalla Marina al Palaedo per proseguire poi con il sentiero del Cai numero due che la collega a Corniglia. Sopra di esso, l’area attrezzata di Punta Bonfiglio.
Durante il periodo invernale, e precisamente dall’8 dicembre fino alla Candelora (2 febbraio), la collina delle Tre Croci che sovrasta l’abitato ospita il presepe luminoso realizzato da Mario Andreoli: 300 figure costruite a grandezza d’uomo composte da materiale di recupero e da 15.000 lampadine, disposte su ben 4.000 metri quadrati di terrazzamenti. Dal 2009 l’intera illuminazione è fornita da un impianto fotovoltaico.